Questa tecnica di risanamento non distruttivo dei condotti per l’aria condizionata viene chiamata sinteticamente “coating antibatterico”. La speciale formulazione della resina fungo-battericida, ha permesso di ottenere, in applicazioni eseguite in grandi ospedali italiani (come il San Raffaele di Milano o il Sant’Or-sola di Brescia, solo per citarne alcuni), un effetto antibatterico ed antifungino che, come dimostrano i documenti ufficiali, anche a distanza di dieci anni dal trattamento, continua ad essere efficace, rendendo del tutto assente la presenza di batteri e funghi patogeni in questi condotti.
Tutte le operazioni sin qui descritte avvengono, come per i pluviali o le tubazioni di scarico, senza alcuna demolizione, operando semplicemente dalle griglie di servizio o dagli accessi già presenti verso i condotti aeraulici.
L’efficacia del coating antibatterico rispetto ad tecniche tradizionali di sanificazione è legata al fatto che il rivestimento in resina fungo-battericida che si applica nel coating antibatterico rispetto a tecniche tradizionali di sanificazione è legata al fatto che il rivestimento in resina fungo-battericida, che si applica nel coating antibatterico, aderisce alle pareti delle tubazioni, inibendo lo sviluppo di funghi e batteri, con continuità nel tempo, proprio laddove questi agenti patogeni trovano terreno di sviluppo fertile, ovvero le pareti del condotto. Al contrario con i trattamenti tradizionali qualsiasi sostanza, anche in forma di aerosol, semplicemente dispersa nel flusso d’aria e con esso trasportata, per ragioni idrodinamiche va a depositarsi scarsamente sulle pareti dei condotti, specie nei tratti rettilinei, concentrandosi invece nelle curve e delle bocche di uscita. Questo spiega perché certi trattamenti risultino efficaci solo nel breve periodo.
Va infine sottolineato come questa tecnologia sia ancora una volta italiana essendo stata brevettata nel 1997 ancora una volta dalla IN.TEC. di Segrate (MI).
CONCLUSIONI
La panoramica che è stata offerta in queste pagine traccia un quadro certamente innovativo nel campo degli interventi di risanamento delle tubazioni interne agli edifici, o se vogliamo del no-dig in verticale.
Se fino ad oggi questo genere di interventi è risultato essere gravoso e costoso, con le attuali tecniche di risanamento non distruttivo tutti questi problemi appaiono efficacemente superati. Già da oggi quindi, grazie a queste tecniche, rompere per riparare una tubazione interna ad un edificio risulterà sempre meno necessario, perché sarà possibile riparare e basta.
L’autore: Renzo Chirulli.
Ingegnere, si occupa dal 1994 di sviluppo ed applicazioni di tecnologie no-dig. Oltre a ricoprire diversi incarichi in aziende del settore, collabora con enti gestori ed imprese nelle attività di progettazione e realizzazione di interventi di tipo no-dig.
Autore prolifico, ha all’attivo decine di articoli, pubblicazioni e libri, sia nazionali che internazionali, su questa materia.
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